La mortadella, emblema della gastronomia emiliana e del made in Italy, ha una storia che affonda le sue radici secoli e secoli fa. I primi accenni a questo salume, infatti, risalgono addirittura all’epoca Romana.
Origine altrettanto antica, nonché incerta, ha il suo nome. Secondo la prima teoria, l’etimologia del nome mortadella è da ricercarsi nel termine latino myrtatum, che significa mirto, l’aroma utilizzato al posto del più prezioso pepe, per insaporire il nostro insaccato.
La seconda ipotesi associa, invece, il nome della mortadella alla parola mortarium, ovvero mortaio. Questo strumento veniva usato infatti per la produzione di moltissimi salumi, tra i quali il farcimen murtatum, ovvero carne tritata nel mortaio, antenato della nostra mortadella.
Sebbene l’origine del nome Mortadella sia piuttosto incerta, non lo è la sua origine geografica: la città di Bologna; tant’è che questo salume è diventato uno dei simboli di questa città.
Proprio a Bologna è conservata la prima testimonianza dell’esistenza di un produttore di mortadelle. Sempre in questa città, nel 1664 in un’opera del marchese Vincenzo Tanara, è comparsa la prima ricetta scritta della mortadella: le quantità esatte di spezie e di carne di maiale da utilizzare.
La ricetta ha subito delle variazioni nel tempo, ma non è poi così distante da quella della Mortadella Bologna IGP. Secondo questa ricetta, dopo un’attenta selezione, le carni suine vengono macinate finemente e vengono aggiunti all’impasto i cosiddetti tondelli, lardelli di grasso suino tagliato a cubetti. Nell’impasto ottenuto si aggiungono sale e una particolare miscela di spezie. Il tutto viene insaccato e quindi cotto in stufe a vapore.
La mortadella è un prodotto estremamente versatile: può essere mangiata da sola, a fette o cubetti, o in abbinamento, come vuole la tradizione, a un caldo trancio di pizza bianca. Questo salume è, tuttavia, anche una costante nelle ricette della cucina emiliana, per esempio è uno degli ingredienti principali del ripieno dei tortellini.
Detto ciò, non vi resta che venirci a trovare in macelleria a Centocelle, per mangiare un pezzo di pizza bianca ripieno della nostra mortadella #zerochimica, assaporando, in un solo boccone, secoli di storia della gastronomia italiana.